Baremone, Maniva e Crocedomini

E' da anni che con Manuele discutiamo di questo giro che partendo da Anfo, sulla sponda occidentale del lago d'Idro sale al Baremone, per poi proseguire fino al passo del Maniva, doppiare i quasi 2.200 metri del Dosso dei Galli, dove dei vecchi ripetitori della Nato, residuato della Guerra Fredda, troneggiano sul cocuzzolo della montagna ed arrivare al passo Crocedomini, punto d'incontro delle tre maggiori valli bresciane, Valtrompia, Valsabbia e Valcamonica. Da lì si scende al Gaver, si attraversano gli abitati di Val Dorizzo e Bagolino e si va a completare l'anello; Manu dice che da quando ha iniziato ad andare in bici seriamente sogna di riuscire a farlo. Quando ne parlavamo qualche mese fa, i 70 km conditi da quasi 2.300 metri di dislivello mi sembravano un scoglio troppo duro per le mie possibilità. Dopo essermi messo a dieta, aver perso più di dieci chili ed essermi allenato con costanza, però, ho deciso che quest'anno ci avrei provato. Manuele, con la sua forma invidiabile che gli permette di volare in salita, non aspettava altro, così ci organizziamo per un sabato di fine giugno: in macchina fino ad Anfo da dove si imbocca la nota salita che viene affrontata nella famosa corsa ciclistica Anfo-Baremone che segna l'inizio della nostra avventura.
La sorpresa di giornata si chiama Vincenzo, il papà di Manu, appassionato ciclista da sempre ma che, con l'avanzare dell'età non si fida più ad affrontare dislivelli importanti limitandosi a girare a quote più basse. Manuele, dopo una lunga trattativa, riesce a convincerlo ad unirsi a noi noleggiandogli una e-bike. Il programma prevede di trovarci alle 7,15 a casa di Manuele, per caricare le bici in macchina e partire per Anfo dove alle 8,30 ci aspetta il noleggiatore che consegnerà la e-bike a Vincenzo, ma la giornata inizia subito nel verso sbagliato: non sento la sveglia e metto i piedi giù dal letto alle 7,02... E' chiaro che non riuscirò mai ad essere all'appuntamento alle 7,15. Mi vesto in fretta, salto la colazione, carico la bici in macchina e parto a tutta velocità. Nel frattempo Manu mi avvisa che è riuscito a caricare la sua bici sulla macchina di suo padre quindi non è necessario che passi da lui e posso dirigermi direttamente verso Anfo recuperando così il tempo perso tra le braccia di Morfeo.
Alle 8,30 ci troviamo in perfetto orario nel parcheggio alle porte del piccolo borgo sul lago d'Idro; il noleggiatore sta spiegando a Vincenzo le funzioni dell'e-bike e lui si sta spaventando parecchio ma quando prova a salire in sella tutte le sue preoccupazioni si sciolgono come neve al sole e si può finalmente partire.
La salita per il Baremone è impegnativa: in circa 11 km si sale di ben 1.100 metri, quindi spesso e volentieri le pendenze superano ampiamente la doppia cifra. Aver saltato la colazione si fa sentire: dopo pochi tornanti inizio ad arrancare per tenere il passo di Manuele, per non parlare di Vincenzo che quando ha scoperto il bottone magico dell'e-bike veleggia senza fatica in testa al gruppetto. Con la scusa di fare fotografie agli splendidi scenari sull'Eridio sottostante o sulle Prealpi, i miei due compagni si fermano spesso per darmi la possibilità di rientrare quando mi staccano. Nonostante le mie difficoltà, però, quando arriviamo in vetta scopro che, nonostante la calma dei giusti che mi ha accompagnato durante tutta l'ascesa, ho migliorato nettamente la mia prestazione nella cronoscalata: è proprio vero che uscire con chi va di più aiuta a migliorarsi.
Proprio al termine della salita ci aspetta il Rifugio Rosa, dove la pausa è d'obbligo, anche perchè devo finalmente far colazione e mettere in corpo un po' di energia: una fetta di crostata non me la leva nessuno!

Dopo aver convinto un gruppo di stradisti titubanti a proseguire verso il Maniva riprendiamo la marcia. Adesso la strada spiana e per un buon tratto un lungo falsopiano ci permette di rifiatare; il panorama verso le ampie praterie del Maniva è appagante, il tempo è splendido nonostante le previsioni annunciavano temporali. Dopo aver attraversato una buia galleria la strada diventa sterrata e lo strapiombo sulla nostra sinistra ci regala scorci magnifici su tutta la vallata.

 Dopo qualche chilometro la strada ritorna asfaltata ma, ahimè, riprende anche decisamente ad impennarsi... Ci sono un paio di tornanti veramente duri e il Dosso Alto, dove finisce questa seconda asperità di giornata, sembra lì a portata di mano ma non arriva mai. Quando finalmente scolliniamo, superando quota 1.700, sulla sinistra possiamo ammirare il panorama dell' alta Valtrompia attraversata dalla strada che da Collio e San Colombano raggiunge la nostra prossima meta: il passo del Maniva. Alla nostra destra, sul lato nord della montagna, grossi cumuli di neve resistono ancora alle temperature estive e, dopo le foto di rito, ci tuffiamo un'inebriante quanto breve discesa che ci porta nel piazzale del Maniva invaso da una selva di motociclisti che affolla i vari ristoranti.

 Noi, invece, dopo una barretta energetica decidiamo di proseguire perchè, anche se la maggior parte della fatica è alle nostre spalle, abbiamo ancora 10 km di salita e più di 600 metri di dislivello da affrontare e non è il caso di appesantirci adesso: meglio rimandare la sosta ristorante e gustarci il Bagoss quando la salita sarà tutta alle nostre spalle. Inoltre il tempo si sta guastando e minacciosi nuvoloni neri si stanno pericolosamente affacciando dalle vette più alte. Il nostro prossimo obiettivo è il Dosso dei Galli dove troneggiano i vecchi ripetitori della Nato visibili da grande distanza. La prima parte della salita è larga e perfettamente asfaltata e, anche se le pendenze non sono proibitive, la fatica comincia a farsi sentire.

 Non solo per me però, perchè anche la e-bike di Vincenzo si arrende al troppo dislivello affrontato e si spegne. Fortunatamente Manuele è stato previdente e ha noleggiato anche una batteria di riserva che, una volta montata, ci permette di proseguire. Il panorama adesso, superati i 2.000 metri, è decisamente alpino: gli alberi lasciano il posto a vaste distese erbose intervallate da laghetti di montagna e il temporale che aleggia sulle nostre teste e a cui ormai siamo rassegnati dà al tutto una luce tanto particolare quanto affascinante.

 La calma dei giusti, ormai, non è più una scelta ma una necessità: dopo tutto questo tempo in sella, anche volendo, non potrei proprio accelerare... L'unico ancora pimpante è Vincenzo che, con il suo bottone magico sul manubrio, è decisamente avvantaggiato... Continua a dirci che ormai è finita ma il Dosso dei Galli non arriva mai. Quando finalmente arriviamo sotto i ripetitori, la strada diventa sterrata e sembra spianare, ma è solo un'illusione: dopo un breve tratto in discesa riprende a salire ed è tutto un mangia e bevi fino ad arrivare alla nostra prossima meta: il rifugio del passo Crocedomini.

Ci arriviamo stanchi e felici per le prelibatezze che ci attendono ma, vista l'ora. circa le 13,30, è decisamente affollato. Decidiamo di proseguire fino al Gaver, anche perchè, il tanto temuto temporale, sembra aver deciso di andare a scaricarsi altrove e il sole torna a far capolino tra le nubi. Manu sentenzia che, d'ora in poi è tutta discesa, ma, anche stavolta non è così perchè subito dopo il passo un altro strappo mi costringe a raschiare il fondo del barile delle energie... Superata quest'ultima difficoltà, però, adesso si scende davvero e ci si può gustare la bellissima discesa verso il Gaver dove, finalmente, possiamo fermarci a gustare la tanto agognata pasta al Bagoss, tipico e pregiatissimo formaggio di queste zone...

Dopo il meritato riposo riprendiamo la discesa verso il lago d'Idro e, superato Bagolino, un altro chilometro in salita mette a dura prova la mia digestione ma ormai è fatta e, dopo un ultimo tratto in pianura costeggiando il lago, giungiamo finalmente alle macchine. Io e Manu ci guardiamo, visibilmente soddisfatti di aver compiuto questa impresa a cui puntavamo da anni, ma il più felice di tutti è Vincenzo: probabilmente non avrebbe mai immaginato, alla sua età, di riuscire a vivere in bicicletta una giornata così intensa e densa di emozioni. E sicuramente, dopo aver scoperto l'e-bike, non sarà l'ultima...

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